A.C. 4741
Signor Presidente, il contesto in cui si colloca questo decreto, il decreto n. 148 del 2017 è quello di un Paese che è in condizioni oggettivamente migliori rispetto a quelle che si registravano all'inizio della legislatura. Nel 2013, quattro anni fa, l'Italia era in recessione, chiuse l'anno con un PIL in riduzione dell'1,7 per cento; in quell'anno la disoccupazione toccò un picco di oltre il 12 per cento e il deficit pubblico sfiorava il limite del 3 per cento. L'Interim Economic Outlook dell'OCSE, reso noto oggi, dà numeri molto diversi che segnano il miglioramento rispetto a quattro anni fa; l'Italia è data in crescita dell'1,6 per cento nell'anno in corso - ed è un dato addirittura superiore rispetto alle stime del Governo - e dell'1,5 per cento nel 2018. Noi chiuderemo quest'anno con una disoccupazione in discesa, con un deficit in ulteriore riduzione al 2,1 per cento e, finalmente, con un calo, sia pur limitato, del peso del debito pubblico sull'economia. Anche lo stock di crediti deteriorati, i cosiddetti non performing loans, nelle banche, che pure rimane alto, è finalmente in forte riduzione; le sofferenze nette, a settembre 2017, sono scese, anche grazie alle misure messe in campo dal Governo, a 66 miliardi di euro ed è una riduzione del 26 per cento rispetto al picco toccato nel novembre del 2015. Sempre il rapporto dell'OCSE riconosce che le misure contenute nella manovra 2018 rafforzeranno la crescita inclusiva e la riduzione del debito nel nostro Paese.
Questo è il quadro in cui si colloca questo decreto, che è parte integrante della manovra del 2018 che contribuisce a finanziare, generando un saldo positivo, in termini di indebitamento netto, di 90 milioni nel 2018 e di 95 milioni nel 2019.
Il decreto, che è un decreto innanzitutto di tipo fiscale, interviene in realtà su una serie diversificata di ambiti importanti, dal punto di vista economico e sociale, con un insieme di misure che è stato arricchito dal dibattito e dalla discussione in Senato.
Il decreto interviene, come dicevo, sul sistema fiscale, prevedendo, innanzitutto, una parziale sterilizzazione degli aumenti IVA del 2018 e delle accise 2019 che vengono integralmente annullate per il 2018 dalla legge di bilancio insieme ai contenuti di questo decreto. E questo è un primo punto qualificante della manovra economica per il triennio 2018-2020. Il decreto riammette alla rottamazione delle cartelle migliaia e migliaia di contribuenti, proroga le rate scadute nel 2017 ed estende il beneficio ai carichi affidati fino al 30 settembre del 2017. È un intervento molto atteso questo da tanti contribuenti che vivono un rapporto difficile con il sistema fiscale, ma che hanno la volontà di mettersi in regola. Noi abbiamo dato loro questa possibilità e miglioriamo la possibilità di accedere alla rottamazione delle cartelle con questo decreto. È positivo il fatto che le comunicazioni IVA vengano scadenzate con un termine semestrale, disapplicando le sanzioni per il primo semestre del 2017. Allo stesso modo, va sottolineata positivamente la proroga di una serie di adempimenti e di pagamenti che sarebbero ricaduti sui territori colpiti da terremoti e calamità naturali nel 2016 e nel 2017.
Il decreto rafforza la lotta all'evasione fiscale estendendo lo split payment a enti pubblici economici, fondazioni partecipate e società controllate e partecipate dall'amministrazione pubblica. Lo split payment è stato uno degli elementi fondamentali tra gli interventi di lotta all'evasione fiscale messi in campo dal Governo in questi anni ed ha permesso di recuperare miliardi di euro di gettito che in precedenza veniva evaso o eluso.
Il decreto-legge contiene altre misure di carattere fiscale che sono state ricordate dal relatore e non su cui non ritorno. Credo che vadano sottolineate anche le misure che rafforzano il sostegno alle piccole e medie imprese in esso contenute come la nuova finalizzazione del Fondo crescita sostenibile per le grandi imprese in crisi con più di 500 dipendenti, con un aumento del Fondo stesso di 300 milioni di euro nel 2018. Il decreto-legge incrementa anche il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese allargando alla Cassa depositi e prestiti il novero dei soggetti abilitati ad aumentare la dotazione di risorse del Fondo. Si estende ai liberi professionisti che non fanno parte né di ordini né di collegi la partecipazione ai confidi e anche il tema dell'estensione al settore ad alta tecnologia della golden power è significativo dal punto di vista degli strumenti di politica industriale su cui il Governo potrà contare in futuro.
Ritengo che, in materia di infrastrutture, tra le misure che sono state ricordate dal relatore meriti una menzione l'estensione alle spese per la progettazione di opere pubbliche della destinazione delle concessioni edilizie. Il Governo ha lavorato tanto per rilanciare gli investimenti pubblici nei comuni ponendo fine al patto di stabilità interno in favore di un più razionale principio del pareggio di bilancio; prevedendo nella legge di bilancio 2017 e con ulteriori spazi nel 2018 spazi finanziari per i comuni che hanno accumulato avanzi e vogliono incrementare i loro investimenti. Il tema della progettazione è però un nodo che era rimasto irrisolto e il fatto che il decreto-legge permetta ai comuni di utilizzare gli oneri di urbanizzazione e i proventi delle concessioni edilizie per pagare anche le spese di progettazione testimonia l'attenzione del Governo nei confronti del fattore che ostacola un pieno rilancio degli investimenti pubblici a livello locale. Segnalo infine, signor Presidente, alcuni interventi che sono stati in parte inseriti anche nel corso del dibattito al Senato che hanno un grande impatto sulla vita quotidiana di molte famiglie italiane perché il decreto-legge nasce per misure di carattere fiscale ma si è via via allargato, intervenendo opportunamente sui nodi che erano rimasti irrisolti e ne cito quattro. È molto importante che sia risolto il tema dell'uscita autonoma dei ragazzi minori di quattordici anni dalle scuole medie. E' un tema che riguarda 1.700.000 ragazzi e ragazze che frequentano le scuole medie e le loro famiglie. Io stesso me ne ero occupato presentando un'interrogazione parlamentare nel settembre del 2016: c'era un'ambiguità normativa e finalmente il decreto-legge è intervenuto sciogliendo questo nodo piccolo ma molto significativo per molte famiglie italiane.
È importante che si sia esteso il campo di applicazione della detrazione di affitti per gli studenti universitari fuori sede. È altresì di grande importanza il fatto che sia stata bloccata la tendenza negativa di molte imprese di telefonia e di pay-tv a passare alla fatturazione a 28 giorni: era un aumento surrettizio e implicito del costo degli abbonamenti che noi abbiamo bloccato e va a merito del Governo e del Parlamento. È un tema che riguarda 86 milioni di abbonamenti a telefoni cellulari; 7 milioni di famiglie che hanno la pay-tv: si tratta della vita concreta degli italiani che avrebbero pagato di più i servizi di telefonia cellulare e di pay-tv con interventi oggettivamente poco trasparenti da parte delle società che gestiscono i servizi di comunicazione elettronica.
Credo sia molto significativo - ho concluso - il fatto che, nel corso della discussione parlamentare, sia stato recepito nel decreto-legge il tema dell'equo compenso per i professionisti cioè la garanzia del diritto a percepire un equo compenso nei rapporti con i clienti diversi dai consumatori, con i clienti forti, per avvocati e, in generale, per tutte le libere professioni. Sono 2 milioni di lavoratori, signor Presidente, a cui abbiamo dato lo statuto del lavoro autonomo, una delle grandi riforme di questo Governo, e per i quali oggi stabiliamo un principio fondamentale, l'equo compenso, in un Paese in cui si è arrivati a proporre una retribuzione zero da parte delle amministrazioni pubbliche nei confronti dei liberi professionisti con una giungla selvaggia di riduzione progressiva dei compensi per persone qualificate e che, invece, meritano un mercato del lavoro degno di un Paese civile e non del Terzo mondo. Ed è un peccato - me lo lasci dire, Presidente, ho veramente finito - che l'Antitrust, in nome di un astratto principio di libera concorrenza, non abbia tenuto conto di una norma che va nella direzione della civiltà del lavoro del nostro Paese, che noi vogliamo difendere, che aggiusteremo, se necessario, salvaguardando il principio fondamentale che l'equo compenso deve essere parte integrante delle regole che governano il mondo variegato delle libere professioni. Sono misure che, ritengo, debbano essere sottolineate e che qualificano il decreto-legge come un provvedimento importante e positivo per la vita di milioni di famiglie italiane.